E’ TUTTA UN ALTRA MUSICA
Igor Zanti
“Nessuna cosa è per se stessa una sola; tu non puoi, correttamente, dar nome a una cosa né a una sua qualità; se tu, per esempio, chiami alcuna cosa grande, ecco che essa potrà apparire anche piccola; se la chiami pesante, potrà apparire anche leggera; e così via per tutto il resto, perché niente è uno, né sostanza, né qualità. Dal mutar luogo, dal muoversi, dal mescolarsi delle cose fra loro, tutto diviene ciò che noi, adoprando una espressione non corretta, diciamo che è…”
Platone
RUVIDA, GESTUALE, LIRICA. LA MUSICA DIPINTA DA ANDREA CANTIERI
Alessandra Redaelli
Andrea Cantieri è un artista potente. Si avventa sulla tela – o sui supporti che volta per volta sceglie per i suoi ritratti – con la passione istintiva e con il trasporto che mette nella musica. Tutto il suo lavoro è sintesi, fusione, gioco di contrappunti. Tra la musica e l’arte
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FISIONOMIE DA UN TEMPO VUOTO
Gian Ruggero Manzoni
Da un magma bianco affiorano le tracce di chi siamo stati, di chi saremo o, meglio, di chi siamo, visto il vuoto che, nell’oggi, circonda le nostre sembianze. Così, Andrea Cantieri, con originalità, raffigura il volto, malinconica, dimessa o truce testimonianza di un momento epocale di grandi travagli, di ansiose attese, di gravi dubbi esistenziali. Ecco il ritratto, per chi ha fatto della neofigurazione materica un modello guida, ovvero, ecco il
IL GRANDE CONCERTO NEL CIELO
Andrea Guastella
A voler credere a John Milton, «Milioni di creature spirituali si muovono, non viste, sulla terra, quando siamo svegli come quando dormiamo»: sono gli angeli di cui parlano la Torà e le Sacre Scritture, esseri rappresentati, nel corso dei secoli, da una moltitudine di artisti e in una quantità inverosimile di modi, dalle sagome ieratiche dell’arte bizantina alle pose melense di quella ottocentesca. In realtà gli angeli, un po’ come Dio, preview
IL "RITMO " DEI VOLTI
Vladek Cwalinski
La pittura di Andrea Cantieri è testimonianza d’una formazione colta, densa di riferimenti artistici sia nazionali che internazionali. I volti che appaiono nelle sue opere, ispirati ai grandi musicisti del mondo jazzistico al quale l’artista appartiene, si ricompongono solo parzialmente davanti ai nostri occhi. Le molteplici pennellate e sgocciolature talvolta solcate da graffi e incisioni, che ci aiutano a cogliere i tratti degli effigiati, preview
ALL'INSEGNA DELLA BLUE NOTE
Carmelo Strano
Un cantiere aperto. Solo allo sguardo superficiale può risultare un sistema espressivo chiuso. Non mi riferisco, certo, alla tematica che non determina, come è ben noto, i connotati dell’opera. La tematica insiste sui personaggi della musica, segnatamente jazz. E pour cause. Andrea Cantieri col jazz ha un rapporto professionale, oltre che passionale. Non meno passionale e professionale il suo impegno nell’arte. E’ un bisex dell’espressività. Trova i preview
JAZZ 'EM UP
Silvia Ranzetti
È solo questione di tempo, di saper tenere il tempo. Nella musica, nella pittura, nella scrittura. Nel sesso. Occorre batterlo, questo tempo, e saperselo inventare e abbandonarsi ad esso. Ve lo portate a spasso tutti, conservato in una sorta di oscura memoria del sangue.
Beat: battito, ritmo, pulsazione. Lo sapevano Kerouac e Ginsberg che col jazz hanno condiviso lessico e irresponsabilità: «Questo stile di scrittura ha prodotto tre
FENOMENOLOGIA DEL RITRATTO
Tiziana Rasà
Il turbinio emozionale che i volti di Andrea Cantieri evocano, schiudono un universo psicologico intrigante e inquietante, melanconico: il ritratto, particolarmente caro a Hegel[1], sintetizza in una gestualità dinamica e dirompente l’affannata ricerca di sé, di quella fisicità che il tempo indelebilmente corrode, e dunque interviene prepotente sullo scorrere inesorabile, cristallizzandolo in
LOVE ME OR LEAVE ME
Andrea Cantieri
I’m a self- made man so you can love me or leave me. È la mia esistenza, la mia influenza… E’ la mia scelta. Puoi chiudere gli occhi e da quel momento per te non esisto. Lo decido io. È il mio esistenzialismo, abbandonati a me o al resto della massa. È la mia orgogliosa, libera solitudine: la mia sofferenza è l’affermazione del mio ego: Soffro, dunque sono. Non so che farmene del vostro dio, sono io il mio dio. Decado, ma mi risollevo. Mi guardo come un preview